Libertà di pensiero, lotta per le pari opportunità, sentimento di solidarietà, desiderio di riscatto, promozione dello scambio di idee a scopo culturale e professionale, valorizzazione del lavoro delle donne nel campo della tecnica, tutela nei confronti delle professioniste del futuro, sono i temi che sosteniamo come socie di questa importante realtà.
In un’Italia messa duramente alla prova a seguito degli eventi bellici, alcune donne si impegnano nel fare della cultura, un atto di iniziazione al progresso. L’intuizione parte da Maria Artini ma, dopo la sua morte, l’interesse pare affievolirsi, almeno fino al 1955. È l’8 ottobre, Torino ospita la Mostra della Meccanica e, come riportato nel Bollettino «Notizie dall’A.I.D.I.A.», n.1, del 1956, diciotto «Signore e Signorine laureate in Ingegneria ed Architettura, […] conversando cordialmente in una saletta della confetteria Baratti & Milano, giungono alla conclusione che, oltre al piacere di stare insieme, meritava dare un senso ed uno scopo alle loro riunioni. Si decide all’unanimità di fondare un’Associazione unica per tutta Italia, fra le donne laureate in Ingegneria e in Architettura».

Poi, all’inizio del 1957, il 26 gennaio, a Torino, presso lo studio del Notaio Dott. Guido Teppati, nasce l’Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti, A.I.D.I.A.. L’atto notarile comprende lo Statuto che prevede l’articolazione dell’associazione in Sezioni Territoriali. Ciascuna di esse nomina una propria Presidente, una Vicepresidente e una Segretaria. Sono organi dell’associazione: il Comitato Direttivo Nazionale, la Presidente Nazionale e l’Assemblea Generale.
L’A.I.D.I.A. è un’unione formalizzata le cui azioni vengono programmate negli incontri che si tengono, ai suoi esordi, tra Torino, presso la Confetteria Baratti & Milano, e Venezia, al Caffè Florian.
Ad oggi, le sezioni sono 18 distribuite da nord a sud d’Italia e raggruppano oltre 300 socie.
Sin da subito, l’Associazione si pone importanti obiettivi come quello di mantenere vivi i contatti con gli Ordini Professionali, le altre Associazioni Nazionali (nel 1966 l’associazione entra a far parte dell’ANIAI – Associazione Nazionali Ingegneri ed Architetti Italiani), le Università e le Istituzioni (la prima Consulta Femminile Regionale in Piemonte nasce nel 1976) e quello di estendere la rete di relazioni a scala internazionale attraverso i rapporti con altre associazioni, tra cui la SWE Society Women Engeneers americana e la WES Women Engineers Society inglese, fondata nel 1919, la più antica società di donne ingegneri.

Il primo Convegno Nazionale dell’A.I.D.I.A. del 1957, presso il Palazzo del Comune di Venezia, affronta il tema caldo in quegli anni a livello nazionale: ‘La donna nella professione dell’ingegneria e dell’architettura’. Nei successivi incontri, l’interesse di queste professioniste si estende fino a toccare i temi più disparati: dalla parità delle retribuzioni, alla affermazione delle donne nel campo della tecnica; dalle prospettive per il futuro, che sono affrontate sia in relazione al ruolo delle professioniste che in relazione all’edilizia e all’urbanistica, all’edilizia scolastica.

Dagli anni Settanta, l’A.I.D.I.A. avanza lo scambio di idee sul tema etico, in aggiunta a quello scientifico, con la consapevolezza che il progresso, tecnico ed umano, sia perseguibile e raggiungibile solo attraverso la partecipazione comunitaria. Il punto di vista che le donne hanno scelto di adottare è ampio e articolato, le loro azioni non prescindono dal resto della società ma fanno parte di essa per cui si affrontano tematiche legate anche a problemi sociali: dall’ecologia, alla lotta contro l’inquinamento, per cui l’associazione si impegna anche nella sensibilizzazione della società per una nuova cultura ambientale; dall’abbattimento delle barriere architettoniche, al recupero dei centri storici; dall’energia, al tema della qualità dei sistemi edilizi; dalla salute dei cittadini, alla salvaguardia del territorio; dalla deontologia, al tema dei trasporti e a quello, sempre ricorrente, delle pari opportunità.
Uno degli aspetti su cui l’associazione si è sempre impegnata riguarda la necessità di coinvolgere le donne nelle facoltà tecniche e di trasmettere, alle professioniste del futuro, il vasto patrimonio culturale prodotto.
L’importanza dei temi affrontati rispecchia la professionalità delle Presidenti Nazionali che si sono susseguite nel tempo tra cui ricordiamo: Emma Strada (1957-70), Amalia Ercoli Finzi (1985-86) e Cesarina Bordone Sacerdote (1987-90).
Come emerge, la rotazione dei ruoli è un aspetto rilevante per l’associazione che crede nell’importanza di apportare sempre nuovi punti di visti.
L’ultimo ventennio ha visto l’associazione sbocciare. Le attività in cui l’A.I.D.I.A. sceglie di impegnarsi e le collaborazioni con le Istituzioni Italiane e gli Organismi Internazionali sono cresciute vertiginosamente anche grazie alla partecipazione a Convegni e Seminari.
In questi anni, la lotta per il riconoscimento del valore delle donne professioniste sembra aver portato dei frutti, infatti, molte donne sono state premiate per la loro brillante carriera o per gli importanti contributi apportati all’interno della società e del progresso. Nonostante tutto, l’A.I.D.I.A. ritiene necessario, ancora oggi, impegnarsi nell’organizzazione di attività e iniziative per promuovere il lavoro femminile e la valorizzazione delle competenze tecniche con l’obiettivo di raggiungere, in tempi brevi, l’uguaglianza dei diritti e dei ruoli di rappresentanza.
I temi del passato si affiancano a quelli del presente e sono costantemente arricchiti da nuovi spunti e idee su cui l’associazione, nell’ultimo biennio con la Presidenza di Maria Acrivoulis, architetta impegnata da anni sui temi dell’inclusione e del riconoscimento delle pari opportunità per le donne nel mondo delle professioni tecniche, porta l’associazione a distinguersi nel panorama associazionistico italiano. Nel 2022 è proprio l’Arch. Acrivoulis a promuovere con il suo Consiglio la Prima Edizione del concorso “IDEE per un mondo che cambia”, per l’assegnazione di 3 Premi a laureate in Ingegneria e Architettura.
«Solo promuovendo e divulgando le competenze e le professionalità delle donne si può raggiungere la parità di genere – afferma l’Arch. Acrivoulis – è necessario raccontare le storie e le esperienze delle professioniste che lavorano nell’Architettura e nell’Ingegneria per riconoscerle come protagoniste dei processi creativi e costruttivi nei team di lavoro e nelle istituzioni e per definire ed identificare un ruolo di rappresentanza nella società e un modello di ispirazione per le giovani generazioni».

Dunque, gli anni passano ma lo spirito di A.I.D.I.A., che oggi è guidata dalla Presidente Donatella Cristiano, è immutato. Siamo ancora noi… Donne professioniste pioniere nella promozione e nella valorizzazione della presenza femminile negli ambiti lavorativi tecnico-scientifici.