L’intervento della AIDIA Roma all’interno del convegno organizzato dal CNAPPC puntava a portare la riflessione sulla riattivazione dei processi di pianificazione e progettazione della città. La riattivazione di questi processi parte da due esigenze primarie:
- Individuazione e riqualificazione degli spazi residuali e connettivi
- Individuazione di un livello qualitativo della progettazione alto.
Progettare gli spazi residuali e connettivi delle città, vuol dire riappropriarsi di questi luoghi abbandonati per trasformarli in SPAZI URBANI.
CI riferiamo a tutti quei luoghi abbandonati e disabitati che occupano tanta parte del territorio urbano, pensiamo alle piccole stazioni abbandonate, ai depositi degli autobus svuotati, ma anche a svincoli, marciapiedi, mercati, e così via. Riprogettare e riqualificare questi spazi vuol dire riappropriarsi della città e questo va fatto con un processo qualitativo alto. Per attivare un processo di progettazione di qualità è necessario riattivare Concorsi di Architettura POSSIBILI. Intendiamo Concorsi il cui obiettivo sia chiaro e fattibile da tutti i punti di vista (da quello economico a quello funzionale a quello ambientale) e che già nel bando diano le linee di indirizzo della progettazione affinché si attivi un processo virtuoso della costruzione. Parliamo di concorsi di Architettura che non possono continuare ad essere competizioni per i soli grossi studi o le società di Ingegneria, abbiamo bisogno di concorsi con obiettivi minimi (inteso dal punto di vista della estensione dell’intervento) questo permetterebbe di dare qualità a ogni parte della città (comprese le periferie) con una progettazione non frastagliata e casuale in cui il disegno degli spazi urbani sia a misura d’uomo, una città in cui valorizzare gli spazi di socializzazione.
Infine e non in ultimo è necessario fare in modo che la scelta del progetto nasca da un esigenza reale, dall’esigenza dei cittadini. Come ha detto nel precedente intervento il sindaco DECARO “è il confronto con i cittadini che consente di focalizzare il progetto più consono a un territorio”.
Nel convegno sulle TRASFORMAZIONI URBANE che abbiamo organizzato con l’Ordine degli Architetti di Roma, abbiamo analizzato alcuni esempi virtuosi di riqualificazione urbana che seppur in alcuni casi atipica (penso al caso della street art o all’uso temporaneo di contenitori edilizi abbandonati) ha portato alla rinascita di pezzi di città e a una conseguente riattivazione sociale e innalzamento del livello della qualità di vita.
Gli architetti per il futuro devono RECUPERARE e non COSTRUIRE consumando suolo.